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Inquinamento atmosferico e salute

Aggiornamento: 16 lug 2020

1 - Comparto Aria

1.1. Inquinamento atmosferico ed effetti sulla salute

Negli ultimi trent’anni sono stati pubblicati moltissime ricerche scientifiche internazionali che dimostrano la strettissima correlazione tra l’esposizione all’ inquinamento atmosferico e gli effetti sanitari sulla salute dei cittadini, soprattutto correlando il particolato atmosferico grossolano (PM10) con un diametro < 10 µm e il particolato cosiddetto fine (PM2.5) con un diametro < 2.5 µm, gli ossidi di azoto (NOx) e diversi contaminanti con le principali patologie sanitarie.

I principali risultati delle maggiori indagini epidemiologiche ambientali sono state condotte in varie città degli Stati Uniti e dell’Europa ed hanno dimostrato che ad ogni incremento degli inquinanti atmosferici è associato un incremento di eventi negativi per la salute, in misura maggiore nell’apparato respiratorio e cardiaco [1-6].




Sono stati studiati le interazioni tra i cosiddetti “effetti a breve termine” come la mortalità totale per cause “naturali” (escludendo quindi la mortalità per cause violente), mortalità per cause respiratorie, mortalità per cause cardiache e ricoveri ospedalieri sia per cause respiratorie sia per cause cardiache con i principali contaminanti atmosferici, come il PM10 ed il PM2.5, gli ossidi di azoto (NOx), ed altri contaminanti ambientali, e gli “effetti a lungo termine” come il tumore al polmone legato all’inquinamento atmosferico, attraverso studi di coorte come ad esempio nel Progetto Internazionale Europeo ESCAPE [7].

In questo vastissimo studio di coorte prospettico, è stata effettuata l’analisi in 13 paesi europei tra cui l’Italia, si sono seguite circa 312.944 persone per quasi 13 anni confrontando i dati del PM10 , PM2.5 e degli NOx.

Nel corso del periodo di osservazione si sono verificati 2095 nuovi casi di cancro del polmone, ed un rischio significativo di tumore del polmone sia per il PM10 (RR = 1,22 per ogni incremento di 10 μg/m³ di PM10) che per il PM2.5 (RR = 1,18 per ogni incremento di 5 μg/m³ di PM2.5) [7].


Oltre al particolato atmosferico, un altro problema emergente negli ultimi anni è quello legato alla parte carboniosa del PM, cioè il cosiddetto “black carbon

Soprattutto in un ambiente maggiormente urbanizzato, come le nostre città, i cittadini sono maggiormente esposti ai diversi contaminanti ambientali, come gli ossidi di azoto, il benzene, il particolato atmosferico (PM10 e PM2.5) e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) emessi in prevalenza dal traffico autoveicolare, dal riscaldamento domestico, dagli insediamenti industriali e dall’agricoltura (allevamenti intensivi e pesticidi), fonti emissive che possono variare a seconda delle diverse realtà territoriali.

Il 30 settembre 2010 è entrato in vigore il D. Lgs. n.155 del 13 agosto 2010 [8]di attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa. Questa Direttiva europea sull’aria ha portato maggiore sensibilità nei riguardi degli impatti di carattere sanitario, come ad esempio una maggiore attenzione sull’esposizione della popolazione al particolato fine PM2.5




Secondo il recentissimo Report N° 10 del 2019 dell’ Air Quality in Europe, dell’EEA (European Environment Agency), ogni anno in Italia si verificano 76.200 morti premature a causa dell’ esposizione ai principali contaminanti ambientali come le poveri fini PM2,5 , il biossido di azoto NO2 e l’ozono O3 soprattutto nelle città urbane.

Inoltre una recentissima ricerca pubblicata sul Lancet [9], estesa a livello mondiale negli ambienti urbani e rurali, ha stimato in circa 4,2 milioni ogni anno le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico, principalmente a causa del particolato atmosferico fine PM2,5.



Teniamo presente che dal 2016, la IARC di Lione (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) dopo ormai moltissime pubblicazioni scientifiche che correlavano l’esposizione al particolato atmosferico fine PM2.5 agli effetti sulla salute brevi e a lungo termine (es. cancro al polmone) attraverso la sua Monografia IARC Vol. 109 del 2016 [10], ha catalogato il PM 2.5 nel Gruppo 1, certo cancerogeno per l’uomo.

Oltre al particolato atmosferico, un altro problema emergente negli ultimi anni è quello legato alla parte carboniosa del PM, cioè il cosiddetto “black carbon

costituito essenzialmente da particelle di carbonio elementare, è un inquinante primario emesso durante la combustione incompleta di combustibili fossili e della biomassa per il riscaldamento (stufe a legna, a pellet, ecc.) in ambiente urbano può essere utilizzato come tracciante delle emissioni dei motori a combustione interna e della vasta gamma di specie chimiche di varia tossicità in esse presenti, compresi i composti organici quali gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), sostanze tossiche, nocive ed alcune di esse anche cancerogene (es. benzo(a)pirene)[11-12].



1.2 - Inquinamento Atmosferico: possibili soluzioni

1.2.1 - Piano per Varese: proposte per la riduzione dell’inquinamento atmosferico

- seguire e rilanciare proposte del comitatoRipuliteci l’Ariadi Varese a favore della mobilità sostenibile. In scena anche una proposta ufficiale per limitare l’accesso delle auto al capoluogo attraverso l’introduzione di un ecopass ponderato (vedi evento a cui ho partecipato come referente ISDE Varese [13-14]

- Riduzione principali fonti emissive di carbonio (riscaldamento, inquinamento da autovetture ed industriale)

- Riduzione dei principali contaminanti climalteranti (CO2, CH4, black carbon, ecc.)

- Piano Strategico sul Verde Urbano, implementare la piantumazione di piante specie specifiche per la riduzione della CO2 e anche di altri contaminanti ambientali come gli ossidi di azoto NOx, il particolato atmosferico grossolano PM10, fine PM2.5.

- Sviluppo di un regolamento edilizio all’avanguardia con lo scopo di sviluppare strategie che portino a risultati significativi nel contenimento dei consumi energetici tradizionali, sviluppando il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili (pannelli solari, fotovoltaici, geotermia, ecc.) e della sostenibilità ambientale.

- Sviluppare abitazioni nel senso della salubrità ambientale e anche dell’efficienza energetica tipo 'RECENS21' (Regolamento Edilizio e Certificazione ENergetica e Sostenibile del XXI secolo)

- Ripristinare in zona stazione nord di Varese i posteggi gratuiti per i pendolari al posto dei posteggi blu apagamento, dopo le moltissime proteste di centinaia di pendolari e comitati dei pendolari di Varese, espresse in diversi articoli su Varesenews

- Aumentare notevolmente in centro a Varese le aree pedonabili (esempio zona Motta / Multisala, renderla pedonabile)

- Miglioramento della mobilità (proposte da fare)

- Nuova regolamentazione (molto più stringente) sull’utilizzo delle biomasse legnose negli impianti più obsoleti (caminetti aperti/ stufe a pellet di vecchia generazione). [15]



LA BIBLIOGRAFIA E' DISPONIBILE CLICCANDO QUI.



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